L’infanzia rubata.

di Donato Salvia

Sto aiutando mia figlia a sistemare l’appartamento che ha acquistato recentemente. Poiché mia nipote Giulia è a casa dalla scuola per le disposizioni Covid, la porto con me. A lei piace lavorare ed aiutare e poi così facendo mia figlia ha tempo di sistemare delle cose che devono essere portate con il trasloco.

In questo periodo ho introdotto Giulia ad un film musicale che a me piace molto: The Greatest Showman.

Questo ha al suo interno delle canzoni che io ritengo molto belle e delle coreografie che Giulia studia attentamente. Naturalmente mi riempie di domande sul film, sul circo, sugli acrobati e mi rende partecipe dei suoi sogni (da grande vuole fare l’acrobata).

Durante una nostra chiacchierata le ho chiesto se era mai stata in un circo. Lei mi ha risposto di no. Ho pensato che l’avrei portata appena possibile. E l’avrei anche portata a vedere un musical dal vivo, lei che adora ballare.

Ma subito dopo ho fatto i conti con la realtà. Non ci sono spettacoli di circo e non ci sono teatri aperti.

La mia gioia per l’idea appena avuta si è spenta in una delusione e a seguire una domanda: – ma quando porterò mia nipote in un teatro a gioire e in un circo a vedere questo fantastico mondo?

Questi bambini stanno imparando a tenersi a distanza, a non scambiarsi matite o giocattoli e soprattutto merendine e cibo. Questa generazione, che a vedere mia nipote non sembra soffrire di tali disposizioni, sta crescendo senza toccare la vita e sta imparando attraverso un monitor.

Non sono un rivoluzionario o un negazionista, ma non posso fare a meno di denunciare l’incompetenza di chi, in un anno, non è riuscito a trovare soluzioni che vadano al di là dell’isolamento per una situazione esistente sì, ma non impossibile da sistemare.

Le tragedie che sono durate più a lungo di questa emergenza sono le guerre, che come sappiamo durano a causa dell’ostinazione a risolvere le dispute arrivando alle armi.

Probabilmente come i bambini cresciuti durante il conflitto bellico del secolo scorso e poi in grado di creare un boom economico e una nazione prospera, anche mia nipote e i suoi amici ce la faranno, ma non penso sia ingiusto spronare chi dovrebbe assicurarsi che il diritto allo studio e il diritto alla vita rimangano una priorità.

Io continuo a scrivere per far sì che i genitori sappiano come aiutare i figli, che i bambini leggano aumentando la loro cultura. È quello che posso fare e lo faccio intensamente. Ma per favore sostenete questa mia piccola campagna contro la segregazione della nuova generazione.