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La conoscenza è importante ma è poca cosa in mancanza di risultati .

Posso iniziare col dirti che ho fatto il discorso a (nome ragazzo) e mi ha sorpreso: mi ha ascoltato prima di tutto, ed è sereno a contribuire. Infatti sono veramente contenta della sua reazione. Gli abbiamo promesso  sia io che (marito) che non ci  arrabbieremo  per delle stupidate. Grazie veramente, perché dopo la chiacchierata con te ho capito veramente che con l’imposizione, non si ottiene nulla. Mamma

Spesso, il mio piccolo di quattro anni e mezzo, a dimostrazione di come i bambini siano delle “spugne” in fase di apprendimento, mi guarda con i suoi occhioni e mi dice “Hai ragione papà, spegniamo la tv, perché fuori dagli schermi è tutto un altro mondo!”.

lettera firmata

Ho conosciuto di persona Donato Salvia ad una conferenza organizzata dall’Associazione che gestisce la scuola che frequentano i miei figli una mattina di novembre del 2022. L’incontro aveva un titolo per me particolarmente affascinante, dal momento che il “problema” mi coinvolgeva pienamente: “Fuori dagli schermi è tutto un altro mondo”. In breve, una conferenza sulla “disintossicazione digitale” dei bambini, in particolare quelli in età scolare e pre scolare. Essendo felice padre di due adorabili bambini (Gaia e Luca, nomi di fantasia), ma anche un manager convivente con un’altra manager, ammetto – con un po’ di vergogna e senso di colpa – che spesso, soprattutto dal lockdown in poi e con la proliferazione dello smart working, abbiamo “utilizzato” per i nostri scopi (lavorare) e la nostra serenità (farlo con il minor “disturbo” possibile) il cellulare come mezzo per rendere “calmi” i bambini, soprattutto nei momenti in cui lo stress, gli obiettivi quotidiani da raggiungere senza distrazioni e la necessità di “pace” e silenzio in casa per la chiamata dei grandi boss aziendali si facevano sempre più pressanti. Con il lavoro da casa (in un primo periodo contornati dai bambini) ci eravamo abituati ad una nuova normalità, ossia papà e mamma che “smanettano” di continuo con portatile, tablet, cellulari (due per ognuno) e bambini che, dopo aver giocato (pochi minuti) con quanto di “tradizionale” hanno a disposizione (e non è poco), puntavano al tanto agognato oggetto del desiderio: lo smartphone, strumento “magico” per avere a disposizione tutti i cartoni animati, i video degli youtuber per ragazzi e le serie animate desiderate subito, velocemente e senza alcun tipo di scambio da dover fornire. Risultato? Piccoli fondamentalmente irrequieti e ribelli quando staccati dal video, svogliati, pressoché sempre pigri e soprattutto con pretese di avere tutto, adesso per adesso, e passando sopra ogni obiezione, “come fanno i bambini che ho visto oggi nel video”. Inizialmente, notando un attaccamento troppo marcato ai video, avevamo deciso di toglierli di mezzo in maniera drastica, senza dare particolari alternative o spiegazioni ai piccoli e mostrando loro la moltitudine di giochi presenti nella loro stanza, ottenendo ovviamente come risultato la noia dei bambini, una generale irrequietezza e pianti ad ogni minima situazione non gradita. La sciocca soluzione di breve periodo trovata “per poter lavorare” era quella di una “inversione a U” e di lasciare che i nostri figli continuassero a utilizzare smartphone e tablet, in un loop che probabilmente stava bene a tutti. Il problema dell’attaccamento al digitale dunque rimaneva, ancorché – presa coscienza del tutto – nei fine settimana mia moglie ed io avessimo cominciato ad organizzare attività diverse con i bambini, con l’obiettivo di “sganciarli” da quegli schermi (incontri più frequenti con i nonni, con gli amici, pomeriggi al parco, ecc…). Incontrando Donato e ascoltando le sue parole nella conferenza sopra menzionata, peraltro in una situazione nella quale mi sono trovato tra genitori che, beati loro, non avevano il problema, ho compreso l’importanza di trovare un’alternativa valida alla routine dei bambini. Nei giorni successivi l’incontro, dunque, abbiamo cominciato ad applicare gli insegnamenti. Abbiamo comprato pressoché subito la plastilina, dei nuovi pennarelli e rispolverato dai cassetti dei giochi in scatola, sempre utili a passare del tempo divertendosi. Dopo la fase degli acquisti, in primo luogo abbiamo esposto ai bambini il nuovo scenario, ossia il cambio di regole, per il quale guardare i cartoni in tv o sul cellulare doveva diventare qualcosa di straordinario, non più di automatico, dicendo loro che notavamo che quando lo facevano diventavano sempre più tristi e “lamentosi”. Con nostra grande sorpresa i bambini, aldilà di qualche piccola resistenza iniziale, si sono da subito adattati alle nuove norme, in particolare perché l’alternativa non era come prima un “giocate da soli con gli altri giochi che avete”, ma “organizziamo giochi insieme”. Il primo gioco proposto è stato quello del realizzare in plastilina i personaggi che vedevano normalmente in tv, quindi un coniglietto, un elefante, vari personaggi a loro graditi. La sfida è stata quella di realizzarli in maniera più somigliante possibile agli originali, utilizzando i colori corretti, visto che ne avevamo a disposizione ben otto diversi. Abbiamo poi proseguito con vari disegni per ognuno, prima prendendo da un album un’immagine in bianco e nero e facendola colorare, poi realizzando autonomamente delle “opere” da regalare ai nonni e agli zii. Successivamente abbiamo preso i nostri puzzles e li abbiamo pian piano realizzati insieme, creando un grande mosaico di colori sul pavimento. Infine, abbiamo preso il vecchio e caro “Gioco dell’Oca” e abbiamo gareggiato a più riprese…vincendo “casualmente” tutti almeno una volta. Durante la giornata i bambini hanno chiesto di poter comunque guardare dei cartoni, richieste alle quali noi abbiamo fatto “orecchie da mercante”, dicendo che la sfida da vincere insieme era quella di riuscire a non guardare video per tutta la settimana. In breve, diventava un gioco anche non fare quel che era diventato normale. Noi genitori, certo, quel giorno abbiamo dovuto impegnarci e lavorare a turno, un po’ uno, un po’ l’altra, ma questo esperimento meritava un “sacrificio” da parte nostra, ed in effetti ne è valsa la pena: la sera, i bambini erano pieni di entusiasmo, molto più affettuosi con noi, per nulla noiosi e molto ubbidienti. Probabilmente volevano ricambiare la nostra attenzione di tutto il giorno nei loro confronti comportandosi bene, in una sorta di “scambio” rispetto a quanto ricevuto. Hanno dormito serenamente e prima del solito. Il giorno dopo abbiamo provato a ripetere l’azione di successo con altri giochi simili, e devo dire che le richieste di guardare smartphone, tablet e tv si sono continuate a ridurre. Certo, è innegabile che per noi genitori l’impegno si è sicuramente ampliato, ma il risultato ottenuto, ossia quello di avere dei bambini più sereni, allegri, più in comunicazione con noi e, tutto sommato, più rispettosi delle regole, ci ha soddisfatto. Sperimentato con successo l’iniziale distacco dagli schermi, dopo qualche giorno abbiamo “allentato un po’ la presa”, nel senso che, anche come premio per i loro buoni comportamenti, abbiamo concordato con i bambini dei tempi limitati di visione dei cartoni in tv, ma, aldilà di acconsentire al loro desiderio , li incentiviamo a fare altro dando loro dei riconoscimenti per i lavori che svolgono disegnando, scrivendo lettere o svolgendo piccoli lavoretti in casa. Prima di dormire, quando magari il sonno non arriva velocemente, abbiamo introdotto l’abitudine di leggere una o più fiabe divertenti come quelle di Gianni Rodari, e su questo devo dire che l’eterno “Favole al Telefono” con il quale i miei genitori quarant’anni fa mi addormentavano, è risultato veramente utile. I bambini ridacchiano e si divertono sentendo dalla voce del papà tutte le invenzioni di questo grande autore, per poi dormire beati. Mantenere questa nuova quotidianità non è facile, perché gli impegni lavorativi e personali di noi genitori sono molti ogni giorno, ma pian piano notiamo che i bambini giocano sempre più frequentemente e con piacere con giochi tradizionali, come accettano di buon grado quando limitiamo loro l’utilizzo dei devices digitali. In breve, i risultati e i miglioramenti più tangibili sono stati un innalzamento generale dell’umore dei bambini (oggi molto più allegri e sereni), una riduzione sensibile dei capricci e delle proteste, ma soprattutto una quantità di ore dormite più alta: quando le ore passate davanti al video erano superiori, infatti, era quasi un’impresa addormentare i bambini prima delle 23, oggi invece alle 21,30 è più che normale vederli riposare in vista della giornata successiva. Spesso, il mio piccolo di quattro anni e mezzo, a dimostrazione di come i bambini siano delle “spugne” in fase di apprendimento, mi guarda con i suoi occhioni e mi dice “Hai ragione papà, spegniamo la tv, perché fuori dagli schermi è tutto un altro mondo!”. Gli è bastato sentire il titolo della conferenza a cui avevo partecipato qualche giorno prima per stamparselo nella mente. Quel che posso dire, nel mezzo di questo nostro percorso di “digital detox” che non è ancora terminato, è che se dovesse esserci qualche altro genitore che prendesse coscienza del problema e applicasse i dati che divulga Donato Salvia, sono certo che otterrebbe in tempi rapidi come noi dei buoni risultati. Almeno, questo è il mio consiglio.

Ho letto : LA SCUOLA FACILE PER GENITORI IMPEGNATI e l’ho trovato pieno di suggerimenti utili e pratici per chi è coinvolto giornalmente con far fare i compiti ai propri figli , nipoti a bambini in età scolastica.
Qui ho trovato suggerimenti di come aiutare i bambini a poter apprendere le informazione basilari scolastiche , come portarli a desiderare di conoscere .
Lo consiglio a tutti coloro che voglio far sì che il periodo da trascorrere con i bambini per fare compiti diventi piacevole dove tutti provano piacere ad apprendere. (messaggio firmato)

Mi ero ripromessa di scriverle dopo il primo libro letto, poi la burocrazia e gli impegni di fine anno mi hanno letteralmente inghiottita. Ora finalmente libera da impegni, il primo pensiero va a lei. Innanzitutto per congratularmi per la sua capacità di raccontare con semplicità e umiltà racconti e pensieri che agganciano il lettore con interesse vivo e costante fino alla fine. Allo stesso tempo è riuscito anche a toccare temi scottanti come conoscenze e competenze. Da insegnante non posso che condividere ogni sua pillola pedagogica. La dispersione scolastica purtroppo nasce proprio dalle lezioni frontali, trasmissive, puramente nozionistiche e impersonali. Ogni bambino invece ha un suo mondo e non può essere dimenticato. Lo stesso vestito non può andar bene a tutti. Ognuno può indossarlo a seconda della propria personalità. E il risultato non può che essere differente. Mi ritrovo da maestra e mamma scontrarmi ogni giorno contro i principi e la realtà. Mi sconforta vedere che si curi poco di mantenere acceso l’ entusiasmo, vero promotore dell’ apprendimento. Mi piacerebbe tanto, una volta rientrata l’ emergenza sanitaria, invitarla nelle classi e organizzare alcuni incontri con gli alunni. Io personalmente lascio liberi i miei alunni di scegliere i libri da leggere, proprio perché vorrei restasse il piacere della lettura e non un obbligo o un compito da eseguire. Sono sicura che lei saprebbe coinvolgerli. Mi ritrovo in molti suggerimenti che ha dato nel suo libro. Con i miei alunni rendiamo ludica ogni esperienza. Il domino delle parole, le ricerche di gruppo, attività manuali, pitture ripetuti, documentari creati da loro, musei con scatoloni.. ecc. Trovo che lei sia una grande risorsa per i bambini che incontrerà, per sua nipote Giulia e per insegnanti che possono trovare in lei terreno fertile per un costruttivo scambio di pensieri e riflessioni. Complimenti davvero per la persona che è …Infinitamente grata per avermi dato la possibilità di conoscerla tramite i suoi scritti. Li conservo con cura e gratitudine. Distinti saluti con immensa stima…Daniela (maestra e mamma)

Originale ricevuto.

Come nonna il mio più grande problema è sempre stato far fare i compiti ai miei nipoti. Liti, urla, punizioni e chi più ne ha ne metta. Bene, ho letto questo libro mentre ci lavoravo sopra ed ho voluto provare: miracolo! Sono riuscita a far fare le operazioni con la virgola giocando con mia nipote di nove anni. Non ci potevo credere. Ho solo letto e seguito i consigli e accorgimenti descritti. Quindi, grazie autore e lo consiglio a tutti quei nonni che amano “disperatamente” i loro nipotini. (Impaginatrice del libro stesso)

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