Bambini problematici (ma esistono?)

Disegno di Maria Teresa Bellavia raffigurante la figlia da Piccola.

di Maria Terese Bellavia

Quanto segue è frutto di una mia esperienza, vissuta sia come insegnante, sia come madre.

Insegno in una scuola elementare nella provincia di Monza e Brianza e svolgo questa professione da 25 anni, e ho due figlie ormai grandi che sono passate attraverso quel periodo adolescenziale che a volte può essere di difficile comprensione per un genitore. L’esperienza fatta nella loro educazione ha avuto dei risvolti positivi anche sulla mia professione.  E viceversa, situazioni risolte a scuola con bambini spesso mi hanno suggerito soluzioni come mamma.

Come mamma mi sono trovata per la prima volta in difficoltà quando la mia maggiore, arrivata all’età dell’adolescenza, ha iniziato a non mostrare più l’apprezzamento e la fiducia nei miei confronti che manifestava fino a pochi mesi prima, ma , al contrario, senza un apparente motivo scatenante, visto che non sono mai stata particolarmente severa, ad un certo punto mi sono trovata ad essere per lei un NEMICO : tutte le mie osservazioni, le regole che cercavo di far rispettare, la collaborazione che cercavo di ottenere, tutto veniva accolto con ostilità e, secondo il mio punto di vista, senza alcun rispetto nei miei confronti e nei confronti del mio ruolo di genitore. Sono abbastanza certa che questo tipo di esperienza sia piuttosto comune per un genitore e so anche che la prima reazione è quella di sentirsi delusi e forse trattati ingiustamente dai propri ragazzi, soprattutto se, come nel mio caso, precedentemente tutto era filato abbastanza liscio.

Come da manuale, la mia prima reazione è stata quella, istintiva, di fare “muro contro muro”, alzare la voce e irrigidire la disciplina e sono andata avanti per qualche tempo in questo modo ma, come prevedibile, questo non ha funzionato! La situazione è diventata via via sempre più faticosa da sopportare, fino al momento in cui non ho iniziato a chiedermi se per caso non potesse esserci un modo diverso per risolvere questa situazione. Continuare a concentrarmi sull’  idea fissa di “ povera-mamma-ingiustamente-maltrattata-da-un’-adolescente-ingrata” non sembrava aprire la strada ad un miglioramento della situazione. Che fare, dunque??

La svolta è cominciata quando ho considerato che in fondo la cosa più importante era la comunicazione e la fiducia che stavo perdendo con mia figlia. Ho iniziato a guardarla con occhi nuovi, cercando di percepirne bisogni e richieste e perché no, anche   sogni e desideri. Spezzando cliché tipo: “Io sono la mamma e quello che penso è giusto”, ho cominciato a chiedermi cosa piacesse a mia figlia, chi fossero i suoi amici, quali le sue paure e a considerare in modo diverso anche le sue richieste, come quella di tornare più tardi la sera per andare a ballare o comprarsi nuovi vestiti e altre piccole cose che, in quel periodo, erano importanti per LEI.

Con mio grande stupore, ho iniziato a conoscere mia figlia, intendo dire che ho iniziato ad essere interessata alla persona che realmente avevo davanti in quel momento, che era diversa sia dalla bambina che io ricordavo, sia dal “nemico” che ultimamente mi sembrava di avere in casa!

È stato un vero sollievo perché abbiamo iniziato a comunicare senza vederci con la lente distorta del “nemico” e questo ha aperto una linea di confidenza e di fiducia che sicuramente mia figlia cercava, ma che, in realtà, era vitale anche per me. Ho pian piano riguadagnato la sua considerazione e il suo desiderio di parlare con me, di raccontarmi le cose e questo mi ha portato a capire che il suo antagonismo nei miei confronti era una richiesta di aiuto.

Non sto parlando di accettare ed essere d’accordo sulle sue azioni qualunque esse fossero, ma essere così disponibile ad ascoltare, quando lei desiderava parlare, in modo da permetterle di poter a sua volta analizzare la situazione. Non essendo più sulle difensive nei confronti di una mamma che “tanto non avrebbe capito nulla”, lei ha percepito che la mia disponibilità ad ascoltarla era sincera (lo dico perché la mancanza di sincerità si avverte) e che provavo interesse negli elementi per lei importanti nella sua vita (che per me erano una “scoperta”, perché un genitore ha priorità diverse rispetto ad un figlio) e devo dire che questo ha veramente aperto la strada alla soluzione e gradualmente il nostro rapporto è migliorato tantissimo!  

Nello stesso periodo come insegnante notavo che nelle scuole i casi di “bambini difficoltosi” aumentavano.

È difficile credere che un bambino possa in giovane età essere così provocatorio da mettere in difficoltà un insegnante. Eppure stava accadendo. Applicando lo stesso concetto, la stessa filosofia, ho cercato nel mondo del bambino problematico cosa ci fosse che a lui piaceva, cosa lo rendesse felice, insomma il lato positivo della sua presenza e del suo modo di essere. Ho cercato di non guardare attraverso preconcetti tipo: “è problematico e ha bisogno di particolare attenzione, di uno psicologo o altro professionista” delegando la mia missione di insegnante e di tutore didattico ad altri.

E soprattutto mi sono allenata a vedere “con occhi nuovi” questo bambino e di trovare in lui qualcosa che mi piacesse, facendo questo ogni giorno.

I risultati sono avvenuti come fossero miracoli…o quasi, perché chiaramente le dinamiche di relazione in un gruppo grande come quello di una classe sono più complesse, e l’attenzione dell’adulto va condivisa, cosa che non è sempre semplice da accettare per alcuni bambini. Però sicuramente l’antagonismo nei miei confronti il più delle volte è scomparso e, in generale, la situazione è sempre migliorata con grandi benefici per il “clima” in classe, che si faceva più sereno.

Quindi in definitiva ecco il mio CONSIGLIO: se hai difficoltà con il tuo piccolo principe o  principessa, non rimuginarci sopra all’infinito e non pensare che sia “problematico” ma inizia a guardarlo con interesse e con sincera  simpatia e chiediti  “Cosa gli piace fare?”, “Cosa lo rende felice?” e anche “Cosa lo sta preoccupando, proprio in questo momento?”

Potresti scoprire un mondo di cose inaspettate e migliorare di molto la qualità della sua vita, ed anche della tua!