La spirale discendente delle tre R

di Michela Cancelliere

Quando sei spietato con altri, porti rovina a te stesso. Jenny Lind

Sono una tata competente che si occupa di bambini da 30 anni, oltre ad essere madre e nonna.

Oggi vi voglio parlare di un aspetto molto importante relativo alla crescita dei bambini.

Succede, e a volte troppo frequentemente per i genitori, che un bambino combini qualcosa di non ottimale, tipo ritardare nel vestirsi, rifiutarsi di andare a letto o rifiutarsi di mettere via i giochi che ha usato. Cose di questo di tipo.

È possibile che in quel momento il genitore lo abbia ripreso (ed è lecito che lo faccia spiegandogli il comportamento non adatto al fine che lui comprenda e si corregga, un riesame del proprio comportamento).

Ora poniamo il caso in cui il genitore faccia qualcosa al bambino: non gli comperi il gioco promesso o non lo porti al parco perché stanco e che il bambino risentito si presenti a battere cassa per i suoi diritti, ovvero a far presente che in precedenza il genitore aveva promesso o avrebbe dovuto fare questo o quello.

Il genitore potrebbe cadere nella trappola di recriminare

il genitore fa notare al bambino che anche lui nel passato non ha fatto quanto richiesto, che ha fatto i capricci e in questa danza del guarda come sei sbagliato, gli faccia la lista delle cose da lui fatte.

Il rimprovero ritardato è catastrofico per il bimbo. Lo mortifica molto poiché egli è consapevole (che ci crediate o no hanno un alto senso di etica e sanno cos’è giusto e cosa non lo è). Non hanno ancora però quell’abilità di controllare le loro reazioni e non conoscono il modo giusto di gestire.

Le tre R (riesame, recriminazione e rimprovero) si trovano a scivolare una sull’altra portando il genitore a cominciare qualcosa che ha perso la sua utilità correttiva.

Noi genitori, nonni, tutori, tate dobbiamo comprendere questo punto. E correggerlo allo scopo di farlo crescere con la certezza che la comprensione intorno a lui è superiore a qualsiasi danno che il suo comportamento possa aver creato.

E non trascinate episodi successi e passati al presente. Se devono essere corretti, lo si fa subito e con pazienza e buona comunicazione. Farlo dopo o recriminarlo è dannoso.

Sarete stupiti delle soluzioni che trova e di come è disposto ad accettare consigli per fare meglio e a rimediare se corretto immediatamente. Ogni volta che io lo faccio ne resto affascinata e soddisfatta di come il bambino sente che può ottenere ciò che vuole, prendere accordi, sentendo che sta diventando grande e che può gestire le relazioni con grandi e coetanei.

Per esempio: Rico non ha messo via i giochi come solitamente fa.

Vediamo come risolvere usando il riesame e la collaborazione del bambino.

“Rico vedo che non hai messo via i giochi. Cosa succede ?” (Nessuna colpa espressa, ma richiesta di dati)
“Mamma sono rimasto a giocare con il mio gioco preferito.”
“Capisco caro. Puoi metterli in ordine ora?”
“Vorrei giocare ancora un po’.”
“D’accordo. Dobbiamo però trovare un accordo per farti divertire e mettere a posto la tua camera come parte dei tuoi compiti. Come possiamo fare?
“Gioco ancora 10 minuti mamma e poi lo faccio.”
“Allora facciamo così: ti concedo altri 5 minuti per completare il gioco che tanto ti piace. Ti lascio la sveglietta che suonerà allo scadere dei cinque minuti e poi tu senza che io te lo dica metti a posto. Sei d’accordo?”
“Va bene mamma.”
Provate a farlo con i vostri bambini, nipoti etc. e sperimentate di persona la felicità che darete ai piccoli uomini e donne.

Nota: Michela è disponibile a rispondere alle vostre domande che potete inviare nella sezione contatti.